Il mulino da polder

Quando si viaggia per l’Olanda si possono ammirare, oltre ai tulipani, molti mulini alcuni sono anche visitabili. Ma sapete a cosa servono ?

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Pompare o annegare…

Il prosciugamento delle centinaia di polder in Olanda e l’allontanamento delle acque eccedentarie attraverso un sistema complicato di migliaia di fossi e di canali, ognuno con un livello d’acqua diverso, presuppone una grande intelligenza umana e esige una stretta collaborazione in quanto l’obiettivo finale della gestione delle acque, il cui livello si può leggere sulla scala controllata del NAP (nuovo livello di Amsterdam o livello medio del mare) è di garantire a tutti coloro che vivono nell’Olanda occidentale una vita sicura. Ad eccezione delle dune, tutta l’Olanda settentrionale si trova tra ‘1 e 4,5 m al di sotto del livello del mare. Possiamo dunque immaginarci che in un’epoca, in cui l’uomo non disponeva ancora della gigantesca forza delle installazioni di pompaggio, elettriche o a diesel, e dunque l’acqua poteva venir evacuata unicamente attraverso le chiuse, grazie ad un vento favorevole o alla bassa marea, era estremamente difficile rimanere con i piedi asciutti. E’ dunque un fatto degno di rilievo, che nonostante tutto sia stato possibile nel corso dei secoli conseguire questo obiettivo. Anche se con enormi costi in quanto la costante manutenzione delle dighe, dei moli, dei canali, della chiuse e delle installazioni di pompaggio che assieme permettono all’Olanda di rimanere con i piedi asciutti, esige annualmente migliaia di Euro.

Come funziona un mulino da polder

Il robusto mulino Schermer è del tipo mulino fiammingo ottagonale. Ciò significa che il tronco o corpo (n°1) del mulino è costituito da otto massicci montanti in legno (n°2), collegati tra di loro da una costruzione di travi orizzontali (n°3), di supporti (n°4) e di travi incrociate (n°5). I montanti confluiscono in alto formando una superficie portante circolare, la piattaforma superiore (n°6), dove la calotta (n°8) gira su una corona dotata di 52 rotelle (n°7) in legno d’olmo. Questa rotazione è necessaria per mettere la calotta con la croce delle pale (n°9) nella buona posizione da poter approfittare del vento. Questa rotazione si fa dall’interno grazie ad una ruota, una puleggia e una corda (n°10). La calotta, come pure il corpo del mulino sono protetti contro le intemperie da un rivestimento in canna (n°11) e in tavole catramate (n°12). Il mulino è posto su fondazioni in cemento (n°13) dove si trovano pure la vite senza fine (n°14) e la gora (n°15). Le fondazioni a loro volta poggiano su un gran numero di palafitte (n°16). La parte in movimento del mulino è composta dalla croce delle pale collegata all’asse superiore (n°17) con la ruota superiore (n°18). Questo insieme di 8000 kg poggia su due cuscinetti in pietra blu. Il freno (n°19) si trova anche in questa calotta. Questa installazione assai semplice ma efficace è composta da un nastro in acciaio, rivestita con pezzi di legno, posti in modo spaziato attorno alla ruota superiore. Grazia ad una leva (n°20) appesantita con pietre il nastro può venir stretto attorno alla ruota superiore, ciò diminuisce la velocità di rotazione e infine la ferma. La manovra di questo sistema di arresto può pure effettuarsi dall’esterno, in basso attraverso il bastone e la corda di arresto (n°21). La ruota superiore (dentata) fa funzionare il perno (n°22), che a sua volta mette in movimento la ruota inferiore (n°23) e l’asse (n°24) della vite senza fine. La vite trasporta l’acqua fino ad una altezza di circa 120 cm. La porta della chiusa (n°25) e la costruzione della gora impediscono all’acqua di rifluire. Con un vento moderato il mulino sposta circa 60 metri cubi di acqua al minuto. L’abitazione del mugnaio e situata nella parte inferiore del mulino. ll camino della stufa dà sul corpo del mulino. Il fumo che lo attraversa preserva il legno dai tarli.

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